I PROSSIMI INCONTRI: VERONA DOMENICA 19 NOVEMBRE 2017
NAPOLI SABATO 25 NOVEMBRE 2017
È partita da una settimana la mia proposta di gestione della settimana del diabete e vorrei affrontare subito una contraddizione che sta mettendo in difficolta molti colleghi: da una parte serpeggia una gran paura di arrecare dispiacere a qualcuno con questa o con qualunque altra iniziativa che superi la mera vendita; dall’altra, incontro una grande fatica nello stabilire i confini della nostra professione, che cosa possiamo fare e che cosa non dobbiamo assolutamente fare.
Il mondo del farmaco appartiene ai farmacisti: in teoria siamo tutti d’accordo su questo punto, in pratica siamo disposti a parlare di qualunque altro argomento, ma non di farmaci, quelli mai. Non ne parliamo con i clienti, non ne parliamo con i medici, davanti a questo argomento facciamo sempre un passo indietro, spaventati all’idea di avventurarci in un settore da noi avvertito come tabù. Preferiamo affidarli agli infermieri o cerchiamo disperatamente degli argomenti per dimostrare che il nostro lavoro non è poi così importante per il benessere del paziente o, ancora, ci ostiniamo a cercare nelle leggi tutti i divieti possibili, anche quando tali interpretazioni sono contro il minimo buon senso.
Per contro, viene considerato un peccato veniale non solo dispensare farmaci senza la necessaria ricetta, ma anche il consigliarli o, molto più grave, commentare terapie mediche o modificarle.
Le autoanalisi in farmacia sono legittime ed auspicabili, azzardare diagnosi è assolutamente imperdonabile: lo spirito con il quale vanno proposte deve essere quello di offrire dei dati in più al medico per aiutarlo nella gestione delle patologie, non certamente quello di sostituirsi a lui in alcun modo o maniera.
Il primo passo, indispensabile, per cominciare a lavorare in modo serio e proficuo è definire con chiarezza i ruoli reciproci, rispettandoli con scrupolo ed attenzione: il medico esprime la terapia, il farmacista si occupa dei farmaci in senso materiale, l’infermiere coadiuva il medico nell’assistenza ai pazienti. Se ciascuno di noi fa il suo lavoro e lo fa bene, non solo il paziente ne trarrà vero vantaggio, ma tutti gli operatori sanitari potranno espletare al meglio il loro compito, con risultati tangibili, verificabili anche in termini di efficienza e risparmio
Nessun commento:
Posta un commento