lunedì 13 novembre 2017

Farmamico 2017

Anche quest’anno ho partecipato a Farmamico è ancora una volta vorrei ringraziare Damiano per l’eccellente lavoro che ha svolto e per il grande valore di contenuti dell’evento. Che cosa porto a casa? Per me, per la mia vita ed il mio lavoro, una cosa un po’ particolare: l’importanza di guardarsi da fuori, di valutarsi con metodo, di giudicarsi nello stesso modo con cui si analizzano gli altri, i collaboratori, per esempio. 
Immagino che detta così, possa sembrare una banalità colossale, una cosa piuttosto insignificante rispetto a tutto quello che è stato detto e fatto. Non lo è, assolutamente. Tutti noi siamo ragionevolmente convinti di conoscerci, di sapere perfettamente quali pregi e difetti abbiamo, di essere coscienti dei nostri punti deboli e degli  elementi di forza. Non è quasi mai così, o, perlomeno, facciamo un’enorme fatica a dare il giusto peso agli aspetti che ci caratterizzano: o siamo troppo critici (non lo so fare, non sono capace, non è nelle mie corde) o troppo indulgenti (non sono un buon capo, ma sono simpatica, tollerante, e i miei collaboratori mi vogliono bene lo stesso). 
Facciamo, in genere, anche una gran fatica ad affrontare la realtà semplicemente per quello che è: per cambiare veramente bisogna avere fame, fame vera. La maggior parte delle volte, non abbiamo veramente fame, ma più voglia di mangiare qualcosa di buono: riconosciamo tutti che la farmacia non rende più come una volta, ma non avvertiamo l’urgenza di fare qualcosa per garantire un futuro alla nostra azienda perché non ne percepiamo veramente la fragilità e la precarietà attuale. C’è un’enorme differenza fra avere fame o avere solo un leggero languorino: se hai fame, se i crampi ti attanagliano lo stomaco, l’istinto di sopravvivenza ti fa superare tutti i dubbi e le diffidenze, ti butti e basta, tutto, pur di mettere qualcosa nello stomaco.
Se non hai veramente fame, tendi a vedere solo ostacoli, difficoltà, impedimenti: non si può, è vietato, e se a qualcuno non dovessero piacere le mie scelte?
Io che sono da sempre attanagliata da una fame atavica, insaziabile, devo fare i conti con un carattere irruente, in lotta perenne fra timidezza e determinazione, fra ansia e incoscienza, volontà e paura, in questi giorni ho imparato che dovrò impegnarmi a fondo per dare un vero spessore al mio ruolo di capo, che sarà molto dura, molto di più di quanto avevo immaginato, ma anche che devo farcela e che posso farcela. Il corso inizia quando finisce: e allora coraggio, cominciamo a darci da fare

1 commento: