domenica 14 gennaio 2018

E se perdessimo le ricette dei pazienti cronici?

Le farmacie, da sempre, danno per scontato la vendita dei farmaci rimborsati dal SSN. Anzi, c’è stato un tempo non troppo lontano nel quale le ricette venivano quasi considerate una perdita, soprattutto in rapporto a tutte quelle attività o prodotti che sembravano offrire un guadagno più consistente ed immediato.
Ebbene, adesso proviamo tutti ad immaginare un futuro nel quale lo Stato ci rimborsi meno della metà di quanto faccia ora. Non è una bella prospettiva, vero?
Lo abbiamo già visto con la Distribuzione Per Conto: quando la vendita dei farmaci esce dalla farmacia non rientra più. Non solo: si apre una falla sempre maggiore e si verifica una vera e propria emorragia. Lo sanno bene i colleghi che lavorano in alcune regioni d’Italia dove questo avviene in   quantità  sempre più significativa.
Ragioniamo: per quale motivo lo Stato dovrebbe pagare di più i farmaci quando ha la possibilità di spendere molto meno? Perché comunque ci sono tanti, troppi sprechi? Il risparmio che ottiene copre abbondantemente perdite e sprechi. 
Di fatto il farmacista che dispensa meccanicamente i farmaci prescritti costituisce un costo inutile e non giustificato. Le farmacie permetterebbero  a tutti di accedere facilmente ai medicinali di cui hanno bisogno? La consegna direttamente a casa tramite corriere costa decisamente meno e in poco tempo prenderà decisamente piede.
Previsioni catastrofiche e poco realistiche?
Purtroppo siamo abituati a pensare che ciò di cui non si parla non esiste. Niente di più falso. 
Davvero è ipotizzabile che le regioni abbiano accantonato i progetti sulla gestione della cronicità? Il problema è talmente grosso e complesso che non possono esimersi dal cercare di risolverlo.
Una momentanea battuta d’arresto dovrebbe solo essere vista come il miracolo di un po’ di tempo in più per organizzarci in proposte valide e consistenti.
ASFI, nella riunione dei consiglieri di venerdì 12 gennaio, ha deciso di patrocinare due importanti iniziative in tal senso: la Settimana dell’Ipertensione e del Rischio Cardiovascolare e un convegno di due giorni sulla Gestione della Cronicità in Farmacia.
Lo spirito che guida queste attività non è quello di coinvolgere il maggior numero di colleghi possibile, ma solo coloro che sono veramente motivati e convinti: non sono certamente impegni adatti a tutti, richiedono sincero interesse, determinazione, lavoro, accuratezza. Non si improvvisa nulla, né si può derogare da regole e procedure rigorose perché dobbiamo dimostrare di essere competenti e competitivi in un settore che ci vede partire svantaggiati. 
Io guiderò l’organizzazione di entrambe i progetti e mi impegnerò con tutte le mie forze a realizzare qualcosa di valore: ci credo veramente, così come sono fermamente convinta che la sopravvivenza della farmacia privata si giochi tutta sul paziente cronico.
Ho bisogno, però, della collaborazione e del sostegno di tutti coloro, e sono tanti, che hanno voglia di creare una farmacia veramente nuova e diversa: l’obiettivo è lí, davanti a noi, raggiungibile. 
Dobbiamo solo volerlo. 



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