Una settimana fa il Ministero della Salute ha fissato il prezzo di vendita della cannabis terapeutica a nove euro il grammo.
La cosa non dovrebbe sorprenderci: sono anni che in seguito all'abbassamento dei prezzi determinato dall'entrata in commercio dei generici vendiamo farmaci sottocosto finché il mercato non si assesta sulle nuove cifre.
Personalmente penso che non sarà neppure l'ultimo deprezzamento che subiremo e tutto sommato ha una sua logica: vista la richiesta sempre più pressante da parte dei pazienti lo Stato ne ha voluto rendendere il prezzo molto più popolare ed abbordabile.
In questo caso il problema è dovuto al fatto che la dispensazione è subordinata all'allestimento di una preparazione galenica, cioè ad un lavoro complesso e delicato da parte del farmacista e la Tariffa Nazionale dei Medicinali che ne quantifica il valore risale al 1993, un'altra era geologica.
La reazione istintiva ed immediata è stata quella di chiedere al Ministero una revisione ed aggiornamento della Tariffa stessa o, eventualmente, la sua liberalizzazione. Credo tuttavia siano doverose alcune considerazioni .
1) per anni abbiamo considerato solo l'aspetto commerciale della professione del farmacista, "il chi vende che cosa dove e a che prezzo"; "il che cosa si può fare e come" non ha mai interessato veramente nessuno, anzi l'idea era che meno facevamo, meno responsabilità ci assumevamo, meno pasticci facevamo.
Adesso è veramente difficile essere credibili ed autorevoli: improvvisamente dopo ventiquattro anni, solo oggi, ci accorgiamo che il nostro operato è svilito e sottopagato?
2) la Tariffa viene liberalizzata. Una considerazione per tutte: un prodotto ha un valore oggettivo e un valore percepito. Nel nostro caso il valore percepito è bassissimo perché è bassissimo il valore che viene attribuito alla professione del farmacista, considerato come quello che si arricchisce alle spalle della persona malata, nonostante lo Stato abbia fatto tutto il possibile per rendere i farmaci più facilmente disponibili
3) viene stabilita una nuova Tariffa Nazionale. Data la scarsa considerazione in cui siamo tenuti anche da noi stessi, che cosa ci fa sperare che vengano fissate cifre adeguate? E anche se lo fossero, come verrebbero percepite dal cliente?
Conclusione: qualunque cosa succeda ne usciamo perdenti da tutti i punti di vista, nei confronti dello Stato, dei cittadini, ma soprattutto nei nostri stessi confronti, umiliati da un sistema che ci ha sempre considerato non dei professionisti, ma dei modesti venditori, incapaci di ricoprire un ruolo diverso da quello di meri dispensatori il cui unico obiettivo è il maggior lucro possibile
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