Molte persone vicine a me, miei coetanei, sono in procinto di andare in pensione.
Io inizio in questi giorni una nuova avventura professionale. Come se avessi vent'anni (o trenta o quaranta, cambia poco). Devo essere una pazza incosciente, o, perlomeno, una sognatrice velleitaria. Me lo ripeto da mesi, mi sforzo di darmi una calmata e di rimanere con i piedi per terra.
Il problema è che mi piace costruire, creare qualcosa: non ne posso più di lamentele, querimonie, nostalgie e rimpianti per il bel tempo che fu. Di aspettare che un qualche miracolo si avveri, che la provvidenza intervenga, che le cose accadano magicamente e ci trascinino via con sé.
Ho voglia di fare, di realizzare ciò che ho sempre desiderato e in cui credo con tutta me stessa.
Si può fare: ho scoperto con infinito stupore che si può fare quasi tutto, gli unici veri ostacoli li pone solo la nostra mente con le sue paure, i luoghi comuni, i preconcetti, l'ansia paralizzante che ci blocca di fronte al nuovo. Siamo noi che ci autoboicottiamo creandoci continui blocchi e divieti di fronte alla difficoltà di cambiare, lasciare il porto sicuro delle nostre credenze ed abitudini per affrontare l'ignoto, anche quando ci attrae pur spaventandoci a morte.
E allora: via! Domani inizia una nuova epoca, nasce una farmacia tutta nuova. Per chi lo vorrà, ci sarà un nuovo modo di fare i farmacisti. Sarà difficile, impegnativo, faticoso, dovremo stravolgere la nostra vita e il nostro lavoro, ma ne varrà la pena.
Vi do la mia parola
A domani
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