giovedì 20 aprile 2017

Medici farmacisti e pazienti

Stabiliti gli ambiti professionali, si tratta di capire come gestire i rapporti fra professionisti e fra professionisti e pazienti nel pieno rispetto delle competenze reciproche e dei reciproci ruoli.
Prendiamo un caso pratico e su di esso facciamo una serie di riflessioni.
Un cliente chiede un collirio cortisonico.
A) non ha una ricetta ma asserisce di aver ricevuto a voce la prescrizione da un medico. Dispensare un farmaco di questo genere senza una ricetta scritta  é oltremodo rischioso: a parte le controindicazioni del farmaco in se stesso, il paziente potrebbe essere affetto da una patologia di natura erpetica o virale per le quali il farmaco ha grosse limitazioni d'uso. Noi non abbiamo titolo per valutare una situazione del genere e non abbiamo nessuna assicurazione che il farmaco sia stato realmente indicato da un medico che ha valutato effettivamente il paziente, per cui rifiutarsi di dispensarlo é quantomeno prudente, se non tassativo.
B) ha una regolare ricetta, ma asserisce, ad esempio, di essere affetto da cheratite erpetica, patologia per la quale il farmaco potrebbe essere controindicato. In questo caso la volontà del medico é chiara ed indiscutibile e la sua assunzione di responsabilità evidente: la ricetta va spedita senza altri commenti se non quello di usare il farmaco sotto il diretto controllo del medico e con la posologia da lui indicata. Innanzitutto il farmaco prescritto dal medico e sotto il suo diretto controllo, soprattutto se associato ad un'adeguata terapia antivirale, é assolutamente legittimo; inoltre raramente i pazienti sono in grado di dare tutte le informazioni necessarie ad inquadrare correttamente la loro situazione in quanto tendono a tralasciare di elencare tutti i farmaci che stanno assumendo e a non descrivere compiutamente a quali terapie sono stati sottoposti. In nessun caso é ammesso discutere o commentare con il paziente una medicina regolarmente prescritta da un medico. Se comunque persistessero dei dubbi, l'unica cosa che si può fare é chiedere al medico che ha firmato la ricetta la conferma della prescrizione e questo può essere fatto solo ed esclusivamente direttamente a lui, non ad infermiere o segretarie o ad altri medici, e solo a titolo di assicurazione per avere interpretato correttamente la sua volontà.

giovedì 6 aprile 2017

Medici e farmacisti: collaborazione o conflitto?

Se i vantaggi di una collaborazione fra medici e famacisti appaiono evidenti, appare più complesso analizzare i motivi di un più o meno tacito conflitto e le possibili soluzioni per superarlo.
Per quanto riguarda i farmacisti, io penso che il fulcro del problema risieda in una percezione poco chiara dei propri diritti e dei propri doveri.
Prendiamo l'annoso problema di una possibile reazione avversa ad un farmaco da parte di un paziente. Se il farmaco é stato erogato in seguito alla regolare ricetta e non vi era indicata la non sostituibilità, nel caso in cui il farmacista abbia dispensato un farmaco presente nella lista di trasparenza non ha commesso alcun abuso né alcuna irregolarità: le reazioni avverse esistono e anche  le allergie, il foglietto illustrativo serve proprio a segnalare queste possibilità (il fatto che venga molto erroneamente chiamato "buggiardino" ha confuso le idee di tutti: il foglietto illustrativo elenca tutte le proprietà e le caratteristiche del farmaco conosciute dall'azienda produttrice e le rende note a medici e farmacisti che non possono così ignorarle). Nel caso in cui si verifichino, se sono state rispettate le regole della corretta dispensazione, non é colpa dal farmacista e nel caso gli venisse attribuita é opportuna una reazione pacata, professionale e argomentata,  possibilmente per iscritto, al medico e al paziente.
Non é realistico pensare di poter sempre evitare la possibilità di incorrere in episodi spiacevoli o conflittuali, ma non si può neppure evitare di fare il proprio lavoro per paura: se le decisioni prese rientrano nelle proprie competenze vanno sostenute e difese con educazione, fermezza e determinazione.
Merita invece  attenzione riflettere su una grossa contraddizione: a fronte di mille incertezze nell'esercizio legittimo della nostra professione, spesso non abbiamo alcuna remora a vendere farmaci senza la necessaria ricetta del medico. In questo caso, mi preme sottolinearlo, ogni possibile reazione avversa o problema è completamente imputabile all'abuso professionale del farmacista